L’immunologo Mauro Minelli, docente all’Università Lum, spiega che la chiave della longevità in salute (“healthspan”) risiede nel microbiota intestinale, la complessa comunità di microrganismi che abita il nostro intestino.
Negli ultimi anni la ricerca ha dimostrato che il microbiota non è un semplice “ospite”, ma una vera e propria centrale di controllo dell’invecchiamento: regola infiammazione, metabolismo e difese immunitarie.
Quando il microbiota si altera
Con l’età , la flora intestinale perde diversità e si sbilancia (disbiosi), favorendo:
- “Intestino permeabile” (leaky gut): la barriera intestinale si indebolisce, permettendo il passaggio di tossine nel sangue.
- “Inflammaging”: uno stato di infiammazione cronica di basso grado, che alimenta fragilità , malattie cardiovascolari e declino cognitivo.
🥦 Le strategie per contrastare l’inflammaging
Secondo Minelli, il microbiota può essere modulato con abitudini quotidiane:
- Dieta ricca di fibre e vegetali – come nella dieta mediterranea – che sostiene i batteri “buoni” e rinforza la barriera intestinale.
- Polifenoli naturali – presenti in frutta e verdura (es. melograno) – che, grazie al microbiota, si trasformano in urolitine, composti con effetto antinfiammatorio e antinvecchiamento.
- Produzione di butirrato – un acido grasso essenziale prodotto dai batteri intestinali “amici”, che nutre le cellule intestinali e mantiene il muro protettivo.
- Prebiotici e alimenti fermentati, veri “attivatori” dei ceppi benefici come Bifidobacterium.
Il microbiota è al tempo stesso biomarcatore e bersaglio terapeutico dell’invecchiamento.
Investire nella sua salute significa investire nella longevità attiva, riducendo l’infiammazione e migliorando la qualità della vita.
Come conclude Minelli: “Mangiare bene non è solo una scelta di gusto, ma un atto medico preventivo.”